mercoledì 4 settembre 2013

Innocenti A 40

La A40 fu la vettura che segnò l’ingresso della Innocenti nel novero dei costruttori automobilistici. Questa piccola azienda si era già distinta negli anni trenta per la produzione di tubi e giunti per impalcature e, nel 1947, per la famosa Lambretta. Nel 1959 stipulò un accordo con la BMC, proprietaria di diversi marchi, tra i quali Austin e Morris, per produrre su licenza la Austin A40, nata l’anno prima. 



La Innocenti come azienda metalmeccanica, aveva la Fiat tra i propri clienti e per questo non avrebbe potuto, sia per vincoli legali sia per non mettersi in attrito con il più grande produttore nazionale, progettare e produrre integralmente una propria vettura, senza contare i costi davvero alti per un’azienda allora ancora piccola. Dal canto suo la BMC era desiderosa di diffondere un suo modello anche nel nostro mercato senza dover soggiacere a costi di esportazione, trasporti e dazi doganali. 
La A40 era molto interessante poiché la sua carrozzeria era stata disegnata dalla Pininfarina, e quindi non era troppo lontana dai gusti del pubblico italiano, inoltre la sua cilindrata di 948 cc la poneva idealmente tra le Fiat 600 e 1100, un segmento di mercato in quegli anni ancora non affollato. 
Per rendersi conto di quanto fosse importante un modello di questa tipologia bisogna pensare che ancora negli anni ‘60 le cilindrate tra 500 e 1000 cc erano considerate molto distanti e che 1300 cc erano, almeno in Italia, un limite quasi invalicabile e riservato a vetture costose o sportive, come ad esempio la Giulietta. Ma torniamo alla nostra Innocenti, che conservò il nome A40 e venne presentata nell’ottobre del 1960. 
La piccola vettura ebbe un discreto successo e già l’anno successivo la Innocenti introdusse, con la A40 Combinata, una novità: la parte posteriore non aveva più l’angusta apertura del vano portabagagli come sulla versione inglese, ma era ora completamente apribile grazie a due mezze porte incernierate in alto e in basso, o come si diceva allora, a “bocca di lupo”. 

Una modifica esteriormente poco appariscente ma che prevedeva la sostituzione di diversi lamierati oltre all’irrobustimento della parte posteriore. Il nuovo modello però venne subito apprezzato dai piccoli artigiani e da quanti volevano una vettura comoda e con una notevole capacità di carico senza però ricorrere ad una Familiare. Il piccolo motore di 948cc e 37 cv la spingeva a poco più di 120 Km/h, velocità di tutto rispetto dato il tipo di vettura, ma già nel 1962, con la seconda serie, in concomitanza con alcuni aggiornamenti alla vettura, venne incrementata la potenza a 42 cv. 
Nel dicembre di quello stesso anno alla A40 si affiancò la A40S, con un nuovo motore di 1098 cc e 50 cv, lo stesso che equipaggiava l’appena nata IM3, altro frutto della collaborazione con la BMC: la velocità era ora di oltre 135 Km/h e la capacità di trasporto alquanto migliorata. Posteriormente poi l’apertura in due pezzi aveva lasciato il posto ad un portellone unico incernierato in alto, che rendeva ancora più comode le operazioni di carico e scarico di oggetti ingombranti.

Questa vetturetta utilitaria ma che ben si adattava al piccolo trasporto e ad impieghi di lavoro conobbe perciò una discreta fortuna, sorte che non toccò alle più raffinate IM3 e poi J4 e J5 che la seguirono e che non riuscirono a competere con le Lancia.
Tuttavia la Innocenti era riuscita a trovare il suo spazio tra i costruttori nazionali e diverrà famosa dopo il 1965 per la produzione, in Italia, della Mini.

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