sabato 29 giugno 2013

Renault Dauphine

E' il 1951 quando alla Renault si pensa di sostituire la famosa ed apprezzata 4CV. Questa fortunata vettura è in produzione dal 1946 e il suo progetto risale agli anni della guerra: bisogna quindi mettere in cantiere una nuova vettura che ne raccolga l'eredità.
L'arduo compito viene affidato a Fernand Picard, che ha già curato il progetto della 4CV, mentre Robert Barthaud e Jacques Ousset si occupano di definire la linea della carrozzeria, ispirandosi a quella della grossa berlina Frègate da poco entrata in produzione.
Nel 1952 sono già su strada i primi prototipi della nuova berlinetta che avrebbe dovuto chiamarsi 5CV: il nome Dauphine venne scelto nel 1955, poco prima della presentazione ufficiale.
Arriviamo così al marzo del 1956, quando la nuova Dauphine fa bella mostra di sé al salone dell'automobile di Ginevra.


E' una berlina a quattro porte, più grande e più moderna della 4CV, che pure continuerà ad affiancarla, sempre richiesta, per altri cinque anni. La nuova Dauphine però riscuote da subito un successo enorme arrivando ad essere prodotta in tutta la sua lunga carriera in oltre 2.150.000 esemplari, un vero record per quegli anni.
Le prestazioni non erano emozionanti, il suo piccolo propulsore di 848 cc. sviluppava 26,5 cv. che bastavano però a farle raggiungere i 115 Km/h. L'abitacolo, per i canoni dell'epoca poteva dirsi spazioso e la soluzione delle quattro porte non era certo comune sulle vetture utilitarie.
La Dauphine infatti, a dispetto della praticità d'uso e del costo non proibitivo, si poneva un po' più in alto rispetto ad una semplice utilitaria (per questo la Renault avrebbe presentato nel 1961 la R4), e questo si può intuire dalla linea dell carrozzeria che, come già detto, si rifaceva alla Frègate, maestosa berlina di 2 litri di cilindrata, e da alcuni vezzi, come le portiere già tutte controvento, il doppio avvisatore acustico (clacson per la città, trombe per le strade extraurbane), i fregi e i profili cromati, i pneumatici con fascia bianca..
Inoltre dal 1964 è equipaggiata con freni a disco su tutte le ruote, cosa invero poco comune e riservata alle auto più prestigiose anche nei decenni successivi.
Tra i difetti vanno annoverati la non troppo buona tenuta di strada, che venne rimarcata dalle riviste dell'epoca, una certa tendenza alla ruggine, la scarsa affidabilità dell'impianto elettrico e il non impeccabile funzionamento dell'impianto di raffreddamento, dovuto alla sistemazione posteriore del motore e del radiatore, costretti a "respirare" solamente dalle eleganti ma esigue prese d'aria alla fine delle portiere posteriori.
Nel complesso però la Dauphine si è dimostrata una vettura soddisfacente per la sua vastissima clientela, tanto da essere esportata in numerosi paesi, compresi gli Stati Uniti. In Italia, a seguito di un accordo, fu prodotta dal 1959 al 1964 dalla Alfa Romeo raccogliendo anche nel nostro mercato, dominato dalla Fiat, un discreto successo.
Alla fine del 1960 per una clientela più esigente venne presentata la Ondine, più ricca di cromature e meglio rifinita, con interni inpanno, cerchi ruota di diverso disegno e cambio a 4 marce (come già le Dauphine italiane). Degne di nota sono poi le versioni sportive, che si distinsero nel Rally di Montecarlo nel 1958 e in quello della Costa d'Avorio l'anno successivo, e ben due versioni con motore elettrico. Ultima curiosità: dal 1958 tra gli accessori sul mercato per questa vettura era disponibile il turbocompressore.

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