La più nota delle Anglia, la 105E, vide la luce nel 1959 e destò subito sensazione con la sua carrozzeria di tipico gusto americano e soprattutto per quel lunotto posteriore “rovesciato”, la sua caratteristica più evidente, che non la accomunava ad alcun altra auto del periodo.
A ben guardare qualcosa del genere si era visto in Italia in alcuni prototipi realizzati da Pininfarina su base Fiat 600, ma la cosa non ebbe seguito. Solo alcuni anni più tardi altre tre vetture sfoggiarono una linea così ardita: la Citroen Ami 6, un’altra Ford, la Consul 315 e, in modo meno esasperato, la Bianchina Quattroposti del 1962.
La piccola Anglia non mancava quindi di audacia e di personalità, ed anche il motore di 996 cc e 40 cv era stato riprogettato abbandonando l’ormai obsoleto schema a valvole laterali. Il cambio era adesso a quattro marce con le ultime tre sincronizzate e con questa meccanica la berlinetta della Ford raggiungeva quasi i 120 Km/h. Insomma anche se in quegli anni i gusti andavano rapidamente mutando l’Anglia si proponeva come una vettura, forse non all’avanguardia, ma sicuramente interessante e dall’aspetto decisamente anticonformista.
A proposito della sua linea va ricordato che sebbene avesse un discreto successo di vendite, si dubitava di un sicuro riscontro presso il pubblico italiano, perciò fu commissionato a Giovanni Michelotti un nuovo e più convenzionale disegno per la sua carrozzeria. La nuova versione si chiamò Anglia Torino e venne prodotta proprio in questa città dalla Officina Stampaggi Industriali a partire dal 1964. Nonostante la nuova carrozzeria questa versione dell’Anglia non ebbe particolare fortuna e la produzione si arrestò già nel 1965 dopo poco più di 10.000 unità assemblate, anche se le immatricolazioni continuarono fino alla fine del decennio.
Poco apprezzata in Italia la piccola Ford conobbe invece una discreta fortuna in patria: in Inghilterra, nota terra di piloti e di meccanici, fiorirono numerosissime elaborazioni e versioni speciali e per il suo motore vennero preparati e commercializzati i più disparati accessori e componenti tra cui una speciale testata a quattro valvole per cilindro, che con un opportuno sistema di alimentazione e di scarico portava il piccolo motore a livelli di potenza senza precedenti.
La Ford Anglia era quindi in quegli anni una presenza naturale in circuiti e competizioni sia ufficiali che amatoriali, divenendo una sorta di trampolino di lancio per molti giovani piloti. A partire dal 1962 ai modelli Standard e Deluxe venne affiancata la Anglia Super, piu ricca e meglio rifinita e con un motore di 1198 cc e 48 cv. Da questa poi venne derivata la Sportsman, principalmente per l’esportazione, più ricca di cromature e con la ruota di scorta posta esternamente dietro al bagagliaio, vezzo di gran moda all’epoca e che veniva chiamato “Continental Kit”.
Non mancarono infine la versione familiare Anglia Estate e il furgone non vetrato da essa derivato ossia l’Anglia Van. Pur essendo stretta tra la Popular, una vera e propria utilitaria con cui aveva molto in comune, e la Cortina, berlina più spaziosa più adatta alle famiglie, la piccola Anglia venne tuttavia prodotta in poco meno di 1.300.000 esemplari e anche se il suo aspetto non smise mai di destare perplessità, fu comunque un’ottima ed affidabile vettura che preparò la strada alla celebre e fortunata Ford che la seguì: la Escort.
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