venerdì 1 novembre 2013

Fiat 600 Multipla

La Fiat 600 non ha bisogno di presentazioni: questa piccola vettura ha avuto un ruolo importantissimo nella motorizzazione dell’Italia del dopoguerra. Più di 2.500.000 sono gli esemplari prodotti dalla Fiat ed almeno altrettanti quelli costruiti su licenza da altre case automobilistiche in tutto il mondo (SEAT, Zastava, Fiat Concorde, Neckar e NSU per citarne alcune). Interessantissima fu però una sua versione derivata: la 600 Multipla.


La 600 era stata presentata nel marzo del 1955 in sostituzione della 500C, ossia l’ultima serie della Topolino, che venne tolta dai listini. La Fiat quindi, momentaneamente, non aveva più niente da offrire alla clientela delle 500 Belvedere e Giardiniera, le versioni familiare e furgonata della Topolino. Il problema, che era nell’aria già durante la progettazione della nuova berlina, era nelle mani di Giacosa: come si poteva ricavare senza stravolgerne radicalmente il progetto, una carrozzeria giardinetta da una berlina con il motore posteriore e che quindi mal si prestava ad una simile trasformazione? Come si sarebbe potuto creare un accesso e un comodo piano di carico?
Con una delle sue brillanti idee Giacosa stupì tutti nell’ufficio tecnico della Fiat quando srotolando un disegno esordì dicendo: “beh, se non la si può allungare dietro, vorrà dire che la allungheremo davanti!”. Il nuovo progetto prevedeva infatti l’avanzamento dei posti anteriori sull’avantreno per far posto ad un’altra fila di sedili o a un piano di carico accessibili da due spaziose portiere centrali.
Naturalmente molti lamierati furono creati ex-novo, mentre la meccanica (la parte più costosa del progetto) venne presa senza troppe modifiche dalla berlina, richiedendo quasi solo la riprogettazione del filtro dell’aria per far posto al serbatoio che non si poteva più montare davanti.
L’aumentato peso richiedeva poi un nuovo ponte anteriore e Giacosa, in omaggio all’economia, vi adattò quello più robusto della 1100/103 già in produzione dal 1953 e che fece guadagnare alla nuova vettura un’insospettata stabilità. La 600 Multipla venne lanciata già nella primavera del 1956 e nonostante la sua linea ardita ebbe da subito un gran numero di estimatori, in gran parte artigiani, commercianti e soprattutto taxisti.
 

Le configurazioni proposte erano due: una 4/5 posti, con due file di sedili (i centrali abbattibili) e un bagagliaio tra questi e il parafiamma del motore con lo spirito di una classica familiare, e una 6 posti con tre file di sedili un pò più spartana e destinata ad un’utenza professionale.
Su quest’ultima i sedili si ripiegavano in modo da scomparire nel pianale lasciando una vasta ed uniforme piattaforma per il trasporto.
 
In alto la configurazione 6 posti.  In basso la 4/5 posti
Il motore era lo stesso 633 cc  e 21,5 cv della berlina, ma con un rapporto al ponte leggermente più corto dato il diverso impiego della vettura. Naturalmente il piccolo propulsore fruì di tutti gli aggiornamenti tecnici e degli incrementi di potenza che interessarono la berlina nel corso degli anni e venne sostituito anch’esso con il nuovo 767 cc da 32 cv quando nel 1960 vide la luce la rinnovata 600D. 
Dante Giacosa forse non lo sapeva ma con la 600 Multipla aveva creato la prima “monovolume” della storia... Prima di questa l’unico esperimento del genere, ma con esiti molto diversi, era stata la realizzazione del VW typ 2 sul telaio del Maggiolino.
La 600 Multipla fu comunque, nel suo genere, un successo: quasi 160.000 gli esemplari prodotti: niente male per una “sorella” della 600 !